«Benedetto Croce, un apostolo della libertà»
Conferenza di Carlo Giarelli sul filosofo liberale

Benedetto Croce protagonista nella sede dei Liberali Piacentini di via Cittadella grazie a Carlo Giarelli che – presentato dal presidente dell’Associazione Antonino Coppolino – ha tratteggiato la figura del filosofo liberale nato a Pescasseroli nel 1866. Il relatore ha ricordato alcuni momenti significativi della vita di Croce. Dopo aver seguito le lezioni di filosofia morale del suo insegnate universitario di matrice marxista Antonio Labriola, manifesta qualche interesse per il socialismo. Interesse che sfuma quasi subito non condividendo la dipendenza della storia dalla componente economica, tipica dell’ideologia marxista. Si avvicina allora a Giovanni Gentile, con il quale fonda la rivista La Critica, con cui comincia a svolgere attività politica, caratterizzata da una visione liberale della vita. Una convinzione che trova modi di dimostrarsi in occasione dell’avvento del fascismo, un regime con il quale, dopo il delitto Matteotti nel 1924, avviene la rottura definitiva. Altre date e fatti importanti che dimostrano il suo spirito libero (che diventerà politicamente liberale) sono rappresentati dal Manifesto degli intellettuali antifascisti dallo stesso Croce sottoscritto nel 1925, in contrapposizione con il Manifesto degli intellettuali fascisti. Quindi nel 1938 – a dimostrazione del suo libero pensiero – diviene l’unico intellettuale non ebreo a rifiutarsi di compilare il questionario per l’accettazione delle leggi razziali. Arriviamo quindi al 1943, anno in cui fonda la ricostruzione del Partito liberale, di cui rimane presidente fino al 1947. Alle elezioni politiche del 2 giugno del 1946 vota per la Monarchia e viene eletto all’Assemblea Costituente, ma rifiuta la candidatura proposta da Nenni a Presidente della Repubblica. Carica che, poi, verrà ricoperta dall’amico Luigi Einaudi. Muore a Napoli nel 1952, dopo essere stato eletto come rappresentante liberale alla Commissione Istruzione pubblica e delle belle arti.
LA FILOSOFIA DI CROCE – «La sua è una filosofia dello spirito», ha esemplificato il dott. Giarelli, spiegando che avendo come contenuto la storia, non può essere altro che pensiero storico. «Il suo è quindi uno storicismo assoluto – ha proseguito il relatore – in quanto tende a ridurre la realtà alla storia. Tuttavia non manca anche una componente idealista. In quanto la filosofia dello spirito, che assorbe tutta la realtà, diventa anche idea per la forma che prende attraverso i nostri pensieri e le nostre sensazioni. In sintesi la filosofia dello spirito e le idee sono riconducibili alla logica. E con questa si può giungere al Concetto Puro, che diventa pertanto – insieme alla verità – la relazione perfetta fra le nostre idee e la realtà». La filosofia dello spirito si divide in due forme principali: la teoretica o conoscitiva e quella pratica. La teoretica comprende l’estetica come categoria del bello e la logica come categoria del vero. La pratica, a sua volta, include l’etica come categoria del bene e l’economia coma categoria dell’utile.
LA STORIA – In relazione alla storia, questa per Croce è una filosofia in movimento che deve essere scritta dai filosofi (vedi G. B. Vico). Ed il passato della storia ha valore solo se rapportato al presente contemporaneo, che dà alla storia il significato reale.
LA SCIENZA – La scienza non ha carattere di verità e deve essere sottomessa alla filosofia. Quindi possiamo considerare Croce un antipositivista. In effetti la scienza, per lui, è solo una catalogazione di fatti empirici che non colgono il senso della verità, la quale deve essere lasciata come patrimonio ai filosofi.
LA METAFISICA – Il filosofo liberale ripudia la metafisica in quanto, interessandosi di cose immutabili, trascende lo spirito. La metafisica è dunque un’eco della teologia, che rischia di far precipitare il filosofo verso l’oscurantismo medievale.
ARTE E BELLEZZA – Arte e bellezza sono entrambe, per il nostro, il sostituto della religione. L’arte infatti è superiore alla metafisica per le ragioni già dette, ma supera anche la scienza, in quanto questa ci dà l’utile ma non la bellezza, che è esclusivo patrimonio dell’arte. Quest’ultima è prima intuitiva – e dunque più importante – poi segue la logica. L’intuizione, infatti, produce immagini mentali interiori che si estrinsecano in forme esteriori attraverso la tecnica meccanica e l’abilità manuale. In sostanza, l’uomo diventa artista quando immagina assai prima di ragionare. E la bellezza cos’è? E “una immagine mentale che coglie l’essenza della cosa percepita”.
CONCLUSIONE – La filosofia dello spirito presuppone una condizione indispensabile: la libertà. Con questa la filosofia dello spirito diventa religione della libertà. Quindi, guida morale contro tutti i totalitarismi, come lo è stato per l’antifascismo.
L’AMICIZIA CON EINAUDI – «Per quanto amici ed intensamente legati da una reciproca stima – ha concluso il dott. Giarelli -, fra Croce ed Einaudi ci fu qualche disaccordo filosofico che ha riguardato il liberalismo politico del primo ed il liberismo economico del secondo. Come già detto durante la biografia, la morte dell’insigne filosofo avviene il 20 novembre del 1952. A distanza di 70 anni, di lui rimane la stima e la riconoscenza verso un filosofo di importanza mondiale; ma soprattutto, per noi liberali, il lascito di un messaggio imperituro, che come una sorta di vangelo ci ha lasciato. E per questo viene da noi ricordato come un apostolo della libertà».

CENA DEI LIBERALI PIACENTINI, OMAGGIO ALL’AVV. SFORZA
DEL DEBBIO: «UN GRAN SIGNORE, LIBERALE CHE SAPEVA ASCOLTARE»
Il giornalista e conduttore Tv sull’astensionismo:
la gente non si fida dei politici, li sente lontani

Le oltre 200 persone presenti si sono alzate in piedi tributando un lungo applauso in memoria di Corrado Sforza Fogliani, il compianto leader dei Liberali Piacentini, Associazione che ieri sera si è ritrovata con iscritti, simpatizzanti e amici alla tradizionale cena annuale al ristorante Olympia di Niviano, per la prima volta senza il suo sorriso e quella cordialità che dimostrava verso tutti. Il presidente del sodalizio di via Cittadella Antonino Coppolino ha presentato l’ospite d’onore della serata, il giornalista e conduttore televisivo Paolo Del Debbio, che ha voluto ricordare così l’avv. Sforza: «So che senza di lui non è la stessa cosa (il carisma non si trasmette), ma la sua opera va proseguita, e sono contento di vedere così tanta gente riunita per rendergli omaggio. Per quello che posso dire io, era un liberale che pensava cose liberali, ma io l’ho conosciuto soprattutto come un gran signore, qualità non così comune. Al giovedì sera (quando va in onda il talk “Dritto e rovescio” su Rete 4, ndr) di persone gentili ne incontro poche. Raccogliere la sua eredità non sarà semplice, per tutto quello che rappresentava, per il suo stile, il suo modo di comportarsi, di ascoltare. Per quanto posso, se potrò dare una mano alla vostra Associazione, ritenetemi a disposizione».
Il prof. Del Debbio ha quindi fatto una riflessione sul piano politico: «Oggi – ha osservato – non è difficile parlare di chi sta nella vasta area del liberalismo: la sinistra ha infatti preso due “ciabattate”, una a Roma e una a Milano. Un successo che il centrodestra deve però dimostrare di meritare. Sono al governo di Lazio, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria e Piemonte, praticamente tutto il Nord produttivo dove si fa la maggior parte del Pil. E sappiamo che senza creazione non c’è redistribuzione».
«Di liberali – ha aggiunto il giornalista toscano – c’è molto bisogno in un mondo politico dove dal seggiolone del potere si sviluppa una reazione chimica che fa venir fuori della colla che attacca le natiche alle poltrone». Del Debbio ha quindi commentato il preoccupante dato dell’astensionismo: «Quando vota un elettore su tre, il livello della patologia è avanzato. Il problema è molto semplice e lo misuro quando vado sui mercati e ci vado perché è lì che incontro le preoccupazioni: dei pensionati, dei disoccupati, delle famiglie. E’ molto meglio far parlare direttamente la gente di problemi reali, piuttosto che mettere a confronto i politici fra loro. La base elettorale non si fida dei politici, li sente lontani. Sapete quando si vedono i politici sui mercati? Solo quando ci sono le elezioni. I liberali sono importanti, dicevo, per difendere i diritti delle persone e delle imprese. Einaudi ci ha insegnato che non si dovrebbe fare nulla senza ricorrere al Parlamento, che è eletto dal popolo. Se si scorda questo, ti saluto. In Italia è dal 1951, con Ezio Vanoni, che non si attua una riforma fiscale. Spero che questo Governo la faccia, ma lo aspetto al varco».
In ricordo della serata – alla quale hanno partecipato numerosi sindaci e amministratori pubblici della provincia – all’illustre ospite sono stati donati il volume su Bartolomeo Rusca di Laura Riccò Soprani (Edizioni Banca di Piacenza) e “L’elogio del rigore” a cura di Corrado Sforza Fogliani, che raccoglie gli aforismi che Einaudi scrisse per il Corriere della Sera.

(14.2.’23.)

 

“Festival della cultura della libertà Corrado Sforza Fogliani”
Il prossimo anno la manifestazione torna a gennaio
con il nuovo nome in omaggio al suo ideatore
Con questo annuncio il direttore scientifico Carlo Lottieri
ha concluso la settima edizione della kermesse liberale
Nella seconda giornata altro attacco all’Europa,
definita da Magnaschi «una barzelletta»

«Questa manifestazione proseguirà e dal prossimo anno sarà il “Festival della cultura della libertà Corrado Sforza Fogliani”». Con questo annuncio – salutato da un lungo applauso – del direttore scientifico Carlo Lottieri si sono conclusi i lavori della settima edizione della kermesse liberale che si è, come da tradizione, tenuta al PalabancaEventi di via Mazzini. Appuntamento quindi al 27 e 28 gennaio 2024 «perché la nostra libertà – ha argomentato il prof. Lottieri – è sempre più in discussione a causa della circolazione di cattive idee, che hanno portato a cattive conseguenze. A noi il compito, con questo Festival che quel formidabile intellettuale dell’avv. Sforza ha fatto nascere per promuovere la cultura in difesa proprio della libertà, di far circolare idee migliori, che possano aggiustare una situazione drammatica, dove domina un capitalismo statalizzato, e quindi snaturato, perché è più facile fare soldi con gli aiuti pubblici che con le proprie forze e capacità. Un contesto dove assistiamo a una generalizzata sclerotizzazione e a una corruzione diffusa».
Un capitalismo (che era il tema del Festival di quest’anno) dunque malato, che non può certo soddisfare le aspettative del pensiero liberale. Anche in questa seconda giornata (dopo la stroncatura di ieri del giurista tedesco Markus C. Kerber – «un vero flagello») è stata l’Europa. Il direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi – tra i relatori della Sessione IX che ha trattato degli oligarchi d’Occidente – l’ha definita «una barzelletta, una specie di abito di Pulcinella, non è niente». L’Unione europea, secondo il giornalista piacentino, ha un Parlamento «svuotato, neanche legittimano a produrre decreti legge», dando così un potere enorme alla «burocrazia demente», con la Commissione che accentra tutti i poteri «senza rendere conto a nessuno». Una posizione sulla quale si è trovato pienamente d’accordo il prof. Luigi Marco Bassani: «L’Unione europea – ha sostenuto – è nata per mascherare la debolezza della Francia e la forza della Germania» e, rincarando la dose, ha aggiunto che «l’Europa è un fallimento perché è una grande Italia».
Di parassitismo ha trattato, con la consueta “grinta”, l’imprenditore Roberto Brazzale (tra i relatori della Sessione VII sui rapporti tra aziende e politica), osservando che «spesso inconsapevolmente ci comportiamo da parassiti, nel senso che non protestiamo davanti a fenomeni quali il PNRR, il green deal, il biologico (una speculazione solo dannosa, che ci fa pagare di più prodotti che valgono meno di quelli tradizionali), il sistema delle Dop (burocrazia che si fa propaganda con i nostri soldi). Il dott. Brazzale ha individuato «la paura» come fattore che provoca il nostro parassitismo, per combattere il quale sarebbe necessario «un po’ di quel coraggio che ha avuto l’avv. Sforza Fogliani nell’ideare questa iniziativa».
L’urbanista Stefano Moroni ha tenuto un’interessante lectio sul ripensamento delle città (“con quali regole e con quali libertà”), spiegando che occorrerebbe tornare a separare l’urbanistica dall’intervento pubblico, «che è di due tipi: infrastrutturale, per aree pubbliche, ospedali e via elencando, dove il decisore pubblico indica come e dove agire; e regolativo, dove lo stesso decisore pubblico stabilisce come gli altri (i privati) devono agire». A parere del prof. Moroni la logica delle regole ha senso per gli interventi infrastrutturali, mentre per gli altri tipi di opere invece di stabilire dei Piani, avrebbe più senso fare un Codice urbano, con alcuni parametri da rispettare uguali per tutti, lasciando spazio e libertà all’iniziativa imprenditoriale.
Nel corso della mattinata, Daniele Capezzone (in collegamento) ha proposto un’edizione speciale, dedicata al Festival, della sua quotidiana rassegna stampa politicamente scorrettissima “La Verità alle 7”. Tre i temi principali trattati: gli insulti di Medvedev al ministro Crosetto (stigmatizzata la scelta di alcuni quotidiani – Corriere, Repubblica e Sole 24Ore – di nascondere la notizia), la missione in Libia di Giorgia Meloni e gli attentati anarchici alle sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona.
Sia il prof. Lottieri, sia Antonino Coppolino dei Liberali Piacentini, hanno ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo della manifestazione, a cominciare da Danilo Anelli, dalla Confedilizia (rappresentata dal presidente Giorgio Spaziani Testa e dal segretario generale Alessandra Egidi), da “il Giornale”, da European students for liberty e dalla Banca di Piacenza, che ha messo a disposizione il già Palazzo Galli.
Tutti i relatori e i moderatori all’inizio dei loro interventi hanno ricordato la figura di Corrado Sforza Fogliani, che in questo modo è stato sempre “presente” al “suo” Festival, che ancora una volta ha regalato a Piacenza e all’Italia intera (grazie allo streaming) una boccata di aria fresca, quantomai salutare per disintossicarsi dal pensiero unico e dal politicamente corretto, i veri mali di una società sempre meno libera.

29.1.’23.

Comunicato stampa

 I GABBIANI STILIZZATI VOLANO SU PIACENZA:
NEL FINE SETTIMANA
SETTIMA EDIZIONE
DEL FESTIVAL DELLA CULTURA DELLA LIBERTA’
DEDICATA AL SUO IDEATORE CORRADO SFORZA FOGLIANI
Appuntamento al PalabancaEventi sabato 28 e domenica 29 gennaio.
Venerdì 27 anteprima
con un omaggio all’avv. Sforza
di Antonino Coppolino, Beppe Ghisolfi, Carlo Lottieri,
Pierluigi Magnaschi e Giorgio Spaziani Testa

Clicca qui per leggere o stampare il comunicato

 


Senato – Commemorazione di Corrado Sforza Fogliani
Intervento del sen. Maurizio Gasparri

Senato – Commemorazione di Corrado Sforza Fogliani
Intervento del sen. Pierferdinando Casini

Video realizzato dal prof. Dario Fertilio in occasione della presentazione del volume “Il libro nero degli italiani nei gulag” che si è svolta a PalabancaEventi della Banca di Piacenza il 14.11.’22

 

GRAZIE A TUTTI GLI ELETTORI CHE HANNO
CREDUTO IN NOI COSÌ GENEROSAMENTE

Siamo a disposizione (335/8035729 – 328 2184586)
per iscrizioni all’Associazione e raccogliere
indicazioni su problemi da risolvere

LIBERALI PIACENTINI: PROPORREMO L’AMBASCIATORE GIORGI
COME OMBUDSMAN DEL COMUNE

I Liberali Piacentini intendono istituire nel Comune di Piacenza l’ombudsman e nominare alla carica l’Ambasciatore Domenico Giorgi, che ha già dato la sua disponibilità in proposito al candidato sindaco Sforza Fogliani. Lo rende noto quest’ultimo in un comunicato rallegrandosi per l’ottenuta adesione del diplomatico, segnalando che l’Ambasciatore in questo ruolo di certo eleverebbe il prestigio della rappresentanza civica.

L’ombudsman viene abitualmente assimilato – dichiara il candidato sindaco Sforza Fogliani – al Difensore civico, che comunque più non esiste nel nostro Comune. Ma è un errore. Dagli esponenti della vecchia politica quest’ultimo è infatti stato ridotto ad un normale burocrate, spesso e volentieri un soggetto ben inserito nei consueti rapporti clientelari.

Dove l’istituto è nato (in Svezia; venne per primo fatto conoscere in Italia dallo storico leader liberale Giovanni Malagodi) l’ombudsman non risolve problemi giuridici e non dà pareri legali: interviene infatti a proposito di problemi e lagnanze per le quali non esistono specifici rimedi. Interviene non tanto con poteri quanto sulla base di una indiscussa autorevolezza. E’ il caso del nostro concittadino, che ha servito l’Italia in Paesi complicati come il Giappone e l’Afghanistan, celebrando anzi per il primo – in ambasciata – il centenario di quando per la prima volta si istituirono i rapporti diplomatici e, per il secondo, vivendo in quella terra un periodo particolarmente difficile ed accidentato. La sua stima è diffusa non solo in Italia e non solo a Piacenza. La carica costituirà la ragione per cui egli possa essere ancor più di adesso parte integrante della nostra comunità.

25.05.’22

CORRADO SFORZA FOGLIANI CON I GIOVANI LIBERALI
E LA CITTÀ SMART

I giovani liberali hanno esaminato il problema “smart city” ed avanzano in un comunicato proposte volte a rendere Piacenza una città intelligente e digitalizzata. Risulta così fondamentale rimanere “al passo” di altre città italiane come Firenze, Milano, Torino che stanno implementando sempre di più il concetto di città intelligente.
Anche nella nostra regione, città come Bologna e Parma (che tramite l’Università degli Studi e Lepida hanno siglato un’intesa riguardante un progetto per la formazione della smart city), hanno incrementato notevolmente negli ultimi anni la loro tecnologia digitale.
La città intelligente o c.d. “smart city” è il luogo in cui reti e servizi tradizionali sono resi più efficienti attraverso l’uso di tecnologie digitali e di telecomunicazioni.
Questo implica: reti di trasporto urbano più intelligenti; strutture integrate per lo smaltimento dei rifiuti; spazi più fruibili e sicuri; modalità più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Secondo i giovani liberali, per realizzare una città fatta di servizi digitali interconnessi, il punto di partenza è una connessione veloce e a banda larga, in grado di assicurare un adeguato livello qualitativo nella comunicazione tra i vari dispositivi connessi alle reti urbane. Pertanto, è necessario dotare la città di una solida rete WI-FI per il traffico dati, come quella prevista dagli standard delle reti 5G, che sia usufruibile da tutti e in qualsiasi punto di Piacenza.
In un incontro con il candidato sindaco Sforza Fogliani è stato constatato che serve un progressivo rinnovo e potenziamento di servizi di trasporto (autobus o treni) con mezzi più efficienti e a ridotto (se non nullo) impatto ambientale.
Appare fondamentale anche il tema della mobilità condivisa, che non può ridursi soltanto ai monopattini elettrici: è necessaria l’implementazione di un servizio di car e bike sharing, dando così la possibilità agli studenti universitari, ad esempio, di spostarsi più agevolmente all’interno della città.

Omaima Bentalab

Valentina Di Santo

Marina Malchiodi

Franco Ponzini

Silvia Rancati

Antonello Repetti

Alessio Rizzo

Alberto Rossi

21.5.’22